no fascism
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no fascism
Tafferugli inaugurazione della sede fascista di Cuore Nero
Disordini all'inaugurazione della nuova sede fascista di Cuore Nero, la prima era stata chiusa con il fuoco qualche mese addietro. Provocazioni del nazi-leghista Costante Ranzini: consigliere di zona in prima fila per le richieste di sgombero di occupazioni e centri sociali, nonchè amante dei "vernissage" dei suoi giovani nostalgici colleghi.
Consueto clima da compagni di merende tra sbirraglia e squadristi: in un video apparso su youreporter. it si vedono gli impettiti pupazzetti del duce minacciare i giornalisti scambiandosi battute e affabili sorrisi con un digossino presente, in un altro video un digossino e un camerdata vanno insieme a far cancellare le foto ai reporter.
Seguono alcuni resoconti dei media.
(ANSA) - Riapre Cuore nero, scontri a Milano
Consigliere Lega Nord si presenta con camicia nera
- MILANO, 6 SET - Momenti di tensione al presidio organizzato dai centri sociali a Milano contro la riapertura del circolo di estrema destra 'Cuore nero'. Un anziano consigliere della Lega Nord, vestito con una camicia nera e un foulard della Lega Nord, si e' avvicinato alla zona del presidio.I manifestanti hanno cercato di avvicinarsi, ne e' nata una prima carica, poi una seconda con manganellate e lancio di bottiglie di vetro. La situazione e' poi ritornata alla normalita'.
(AGI) - Milano, 6 settembre - Tafferugli in Piazza del Cimitero Maggiore, a Milano, dove un centinaio di manifestanti dei centri sociali hanno tentato di oltrepassare il cordone della polizia che li separa da circa altri 20 giovani di estrema destra che in via Pareto, a poche decine di metri di distanza, stanno inaugurando un circolo di estrema destra. I giovani dei centri sociali hanno afferrato delle transenne scaraventandole contro gli agenti delle forze dell'ordine. Poi, hanno fatto esplodere una bomba carta e acceso dei fumogeni in direzione della polizia.
Disordini all'inaugurazione della nuova sede fascista di Cuore Nero, la prima era stata chiusa con il fuoco qualche mese addietro. Provocazioni del nazi-leghista Costante Ranzini: consigliere di zona in prima fila per le richieste di sgombero di occupazioni e centri sociali, nonchè amante dei "vernissage" dei suoi giovani nostalgici colleghi.
Consueto clima da compagni di merende tra sbirraglia e squadristi: in un video apparso su youreporter. it si vedono gli impettiti pupazzetti del duce minacciare i giornalisti scambiandosi battute e affabili sorrisi con un digossino presente, in un altro video un digossino e un camerdata vanno insieme a far cancellare le foto ai reporter.
Seguono alcuni resoconti dei media.
(ANSA) - Riapre Cuore nero, scontri a Milano
Consigliere Lega Nord si presenta con camicia nera
- MILANO, 6 SET - Momenti di tensione al presidio organizzato dai centri sociali a Milano contro la riapertura del circolo di estrema destra 'Cuore nero'. Un anziano consigliere della Lega Nord, vestito con una camicia nera e un foulard della Lega Nord, si e' avvicinato alla zona del presidio.I manifestanti hanno cercato di avvicinarsi, ne e' nata una prima carica, poi una seconda con manganellate e lancio di bottiglie di vetro. La situazione e' poi ritornata alla normalita'.
(AGI) - Milano, 6 settembre - Tafferugli in Piazza del Cimitero Maggiore, a Milano, dove un centinaio di manifestanti dei centri sociali hanno tentato di oltrepassare il cordone della polizia che li separa da circa altri 20 giovani di estrema destra che in via Pareto, a poche decine di metri di distanza, stanno inaugurando un circolo di estrema destra. I giovani dei centri sociali hanno afferrato delle transenne scaraventandole contro gli agenti delle forze dell'ordine. Poi, hanno fatto esplodere una bomba carta e acceso dei fumogeni in direzione della polizia.
Re: no fascism
bè, così quando esci da lavoro hai tutti il tempo di passare a "Cuore Nero" per farti un cocktail.......
un cocktail Molotov, direi.
un cocktail Molotov, direi.
Re: no fascism
tra l'altro si impara, cercando, che se si aggiunge del polistirolo alla benzina, strugge e rende il liquido infiammabile molto viscoso e appiccicoso...
Re: no fascism
COME DICEVA IL MI NONNO...
"QUANDO HANNO LA POLTRONA SOTTO IL CULO EN TUTTI UGUALI!"
pS
nè LA dX nè LA SX SI MERITANO IL TEMPO SPESO PER FABBRICARE UNA MOLOTOV.pOI CON QUEL CHE GOSTA LA BENZINA...
"QUANDO HANNO LA POLTRONA SOTTO IL CULO EN TUTTI UGUALI!"
pS
nè LA dX nè LA SX SI MERITANO IL TEMPO SPESO PER FABBRICARE UNA MOLOTOV.pOI CON QUEL CHE GOSTA LA BENZINA...
CECCA- Numero di messaggi : 8
Età : 40
Località : PISA-CAMPORGIANO A/R
Data d'iscrizione : 03.09.08
Re: no fascism
Hai ragione... però 2 euri potrebbero valere la posta
Cmq pensavo... se esco da lavoro con una bella maglia con i briganti davanti (e dietro tutti quanti) e dietro scritto "Cuore nero, frocio vero" secondo voi rischio la vita? ^^
Cmq pensavo... se esco da lavoro con una bella maglia con i briganti davanti (e dietro tutti quanti) e dietro scritto "Cuore nero, frocio vero" secondo voi rischio la vita? ^^
Re: no fascism
GGesù!
Ho visto scimmie ubriache che disegnavano meglio (e una era Satana appena uscito dall'LHC )
Ho visto scimmie ubriache che disegnavano meglio (e una era Satana appena uscito dall'LHC )
Re: no fascism
è l'LHC che vi ha fuso il cervello o mi trovo improvvisamente in un mondo parallelo (sempre grazie al suddetto LHC?)?
KemoFabbricatoreDiNapalm
Io che tirocinio per Microsoft
Il Canotta
ma in che cazzo di mondo sono?
KemoFabbricatoreDiNapalm
Io che tirocinio per Microsoft
Il Canotta
ma in che cazzo di mondo sono?
Re: no fascism
Carabinieri= Tutta merda e pestarla porta fortuna...
fonte: Carta del 10 settembre 2008
Si erano fermati fuori del paese, vicino Verona, solo per mangiare. Sono stati picchiati, sequestrati e torturati dai carabinieri per ore.
La loro testimonianza
Venerdì 5 settembre 2008, ore 12. Tre famiglie parcheggiano le roulotte nel piazzale delle giostre a Bussolengo [Verona]. Le famiglie sono formate da Angelo e Sonia Campos con i loro cinque figli [quattro minorenni], dal figlio maggiorenne della coppia con la moglie e altri due minori, infine dal cognato Cristian Udorich con la sua compagna e i loro tre bambini. Tra le roulotte parcheggiate c’è già quella di Denis Rossetto, un loro amico. Sono tutti cittadini italiani di origine rom.
Quello che accade dopo lo racconta Cristian, che ha trentotto anni ed è nato a San Giovanni Valdarno [Arezzo]. Cristian vive a Busto Arsizio [Varese] ed è un predicatore evangelista tra le comunità rom e sinte della Lombardia. Abbiamo parlato al telefono con lui grazie all’aiuto di Sergio Suffer dell’associazione Nevo Gipen [Nuova vita] di Brescia, che aderisce alla rete nazionale «Federazione rom e sinti insieme». «Stavamo preparando il pranzo, ed è arrivata una pattuglia di vigili urbani – racconta Cristian – per dirci di sgomberare entro un paio di ore. Abbiamo risposto che avremmo mangiato e che saremmo subito ripartiti. Dopo alcuni minuti arrivano due carabinieri. Ci dicono di sgomberare subito. Mio cognato chiede se quella era una minaccia. Poi cominciano a picchiarci, minorenni compresi».
La voce si incrina per l’emozione: «Hanno subito tentato di ammanettare Angelo – prosegue Cristian – Mia sorella, sconvolta, ha cominciato a chiedere aiuto urlando ‘non abbiamo fatto nulla’. Il carabiniere più basso ha cominciato allora a picchiare in testa mia sorella con pugni e calci fino a farla sanguinare. I bambini si sono messi a piangere. È intervenuto per difenderci anche Denis. ‘Stai zitta puttana’, ha urlato più volte uno dei carabinieri a mia figlia di nove anni. E mentre dicevano a me di farla stare zitta ‘altrimenti l’ammazziamo di botte’ mi hanno riempito di calci. A Marco, il figlio di nove anni di mia sorella, hanno spezzato tre denti… Subito dopo sono arrivate altre pattuglie: tra loro un uomo in borghese, alto circa un metro e settanta, calvo: lo chiamavano maresciallo. Sono riuscito a prendere il mio telefono, ricordo bene l’ora, le 14,05, e ho chiamato il 113 chiedendo disperato all’operatore di aiutarci perché alcuni carabinieri ci stavano picchiando. Con violenza mi hanno strappato il telefono e lo hanno spaccato. Angelo è riuscito a scappare. È stato fermato e arrestato, prima che riuscisse ad arrivare in questura. Io e la mia compagna, insieme a mia sorella, Angelo e due dei loro figli, di sedici e diciassette anni, siamo stati portati nella caserma di Bussolengo dei carabinieri». «Appena siamo entrati,erano circa le due – dice Cristian – hanno chiuso le porte e le finestre. Ci hanno ammanettati e fatti sdraiare per terra. Oltre ai calci e i pugni, hanno cominciato a usare il manganello, anche sul volto… Mia sorella e i ragazzi perdevano molto sangue. Uno dei carabinieri ha urlato alla mia compagna: ‘Mettiti in ginocchio e pulisci quel sangue bastardo’. Ho implorato che si fermassero, dicevo che sono un predicatore evangelista, mi hanno colpito con il manganello incrinandomi una costola e hanno urlato alla mia compagna ‘Devi dire, io sono una puttana’, cosa che lei, piangendo, ha fatto più volte».
Continua il racconto Giorgio, che ha diciassette anni ed è uno dei figli di Angelo: «Un carabiniere ha immobilizzato me e mio fratello Michele, sedici anni. Hanno portato una bacinella grande, con cinque-sei litri di acqua. Ogni dieci minuti, per almeno un’ora, ci hanno immerso completamente la testa nel secchio per quindici secondi. Uno dei carabiniere in borghese ha filmato la scena con il telefonino. Poi un altro si è denudato e ha detto ‘fammi un bocchino’». Alle 19 circa, dopo cinque ore, finisce l’incubo e tutti vengono rilasciati, tranne Angelo e Sonia Campos e Denis Rossetto, accusati di resistenza a pubblico ufficiale. Giorgio e Michele, prima di essere rilasciati, sono trasferiti alla caserma di Peschiera del Grada per rilasciare le impronte. Cristian con la compagna e i ragazzi vanno a farsi medicare all’ospedale di Desenzano [Brescia].
Sabato mattina la prima udienza per direttissima contro i tre «accusati», che avevano evidenti difficoltà a camminare per le violenze. «Con molti familiari e amici siamo andati al tribunale di Verona – dice ancora Cristian – L’avvocato ci ha detto che potrebbero restare nel carcere di Verona per tre anni».
Nel fine settimana la notizia appare su alcuni siti, in particolare Sucardrom. blogspot. com.
La stampa nazionale e locale non scrive nulla, salvo l’Arena di Verona. La Camera del lavoro di Brescia e quella di Verona, hanno messo a disposizione alcuni avvocati per sostenere il lavoro di Nevo Gipen.
Gianluca Carmosino
fonte: Carta del 10 settembre 2008
Si erano fermati fuori del paese, vicino Verona, solo per mangiare. Sono stati picchiati, sequestrati e torturati dai carabinieri per ore.
La loro testimonianza
Venerdì 5 settembre 2008, ore 12. Tre famiglie parcheggiano le roulotte nel piazzale delle giostre a Bussolengo [Verona]. Le famiglie sono formate da Angelo e Sonia Campos con i loro cinque figli [quattro minorenni], dal figlio maggiorenne della coppia con la moglie e altri due minori, infine dal cognato Cristian Udorich con la sua compagna e i loro tre bambini. Tra le roulotte parcheggiate c’è già quella di Denis Rossetto, un loro amico. Sono tutti cittadini italiani di origine rom.
Quello che accade dopo lo racconta Cristian, che ha trentotto anni ed è nato a San Giovanni Valdarno [Arezzo]. Cristian vive a Busto Arsizio [Varese] ed è un predicatore evangelista tra le comunità rom e sinte della Lombardia. Abbiamo parlato al telefono con lui grazie all’aiuto di Sergio Suffer dell’associazione Nevo Gipen [Nuova vita] di Brescia, che aderisce alla rete nazionale «Federazione rom e sinti insieme». «Stavamo preparando il pranzo, ed è arrivata una pattuglia di vigili urbani – racconta Cristian – per dirci di sgomberare entro un paio di ore. Abbiamo risposto che avremmo mangiato e che saremmo subito ripartiti. Dopo alcuni minuti arrivano due carabinieri. Ci dicono di sgomberare subito. Mio cognato chiede se quella era una minaccia. Poi cominciano a picchiarci, minorenni compresi».
La voce si incrina per l’emozione: «Hanno subito tentato di ammanettare Angelo – prosegue Cristian – Mia sorella, sconvolta, ha cominciato a chiedere aiuto urlando ‘non abbiamo fatto nulla’. Il carabiniere più basso ha cominciato allora a picchiare in testa mia sorella con pugni e calci fino a farla sanguinare. I bambini si sono messi a piangere. È intervenuto per difenderci anche Denis. ‘Stai zitta puttana’, ha urlato più volte uno dei carabinieri a mia figlia di nove anni. E mentre dicevano a me di farla stare zitta ‘altrimenti l’ammazziamo di botte’ mi hanno riempito di calci. A Marco, il figlio di nove anni di mia sorella, hanno spezzato tre denti… Subito dopo sono arrivate altre pattuglie: tra loro un uomo in borghese, alto circa un metro e settanta, calvo: lo chiamavano maresciallo. Sono riuscito a prendere il mio telefono, ricordo bene l’ora, le 14,05, e ho chiamato il 113 chiedendo disperato all’operatore di aiutarci perché alcuni carabinieri ci stavano picchiando. Con violenza mi hanno strappato il telefono e lo hanno spaccato. Angelo è riuscito a scappare. È stato fermato e arrestato, prima che riuscisse ad arrivare in questura. Io e la mia compagna, insieme a mia sorella, Angelo e due dei loro figli, di sedici e diciassette anni, siamo stati portati nella caserma di Bussolengo dei carabinieri». «Appena siamo entrati,erano circa le due – dice Cristian – hanno chiuso le porte e le finestre. Ci hanno ammanettati e fatti sdraiare per terra. Oltre ai calci e i pugni, hanno cominciato a usare il manganello, anche sul volto… Mia sorella e i ragazzi perdevano molto sangue. Uno dei carabinieri ha urlato alla mia compagna: ‘Mettiti in ginocchio e pulisci quel sangue bastardo’. Ho implorato che si fermassero, dicevo che sono un predicatore evangelista, mi hanno colpito con il manganello incrinandomi una costola e hanno urlato alla mia compagna ‘Devi dire, io sono una puttana’, cosa che lei, piangendo, ha fatto più volte».
Continua il racconto Giorgio, che ha diciassette anni ed è uno dei figli di Angelo: «Un carabiniere ha immobilizzato me e mio fratello Michele, sedici anni. Hanno portato una bacinella grande, con cinque-sei litri di acqua. Ogni dieci minuti, per almeno un’ora, ci hanno immerso completamente la testa nel secchio per quindici secondi. Uno dei carabiniere in borghese ha filmato la scena con il telefonino. Poi un altro si è denudato e ha detto ‘fammi un bocchino’». Alle 19 circa, dopo cinque ore, finisce l’incubo e tutti vengono rilasciati, tranne Angelo e Sonia Campos e Denis Rossetto, accusati di resistenza a pubblico ufficiale. Giorgio e Michele, prima di essere rilasciati, sono trasferiti alla caserma di Peschiera del Grada per rilasciare le impronte. Cristian con la compagna e i ragazzi vanno a farsi medicare all’ospedale di Desenzano [Brescia].
Sabato mattina la prima udienza per direttissima contro i tre «accusati», che avevano evidenti difficoltà a camminare per le violenze. «Con molti familiari e amici siamo andati al tribunale di Verona – dice ancora Cristian – L’avvocato ci ha detto che potrebbero restare nel carcere di Verona per tre anni».
Nel fine settimana la notizia appare su alcuni siti, in particolare Sucardrom. blogspot. com.
La stampa nazionale e locale non scrive nulla, salvo l’Arena di Verona. La Camera del lavoro di Brescia e quella di Verona, hanno messo a disposizione alcuni avvocati per sostenere il lavoro di Nevo Gipen.
Gianluca Carmosino
Re: no fascism
Io continuo a sbudellarmi quando vedo l'avatar del Parukka cmq....Sembra sai quelle statuine fenicie...Coi riccioli...
minkia non riesco a trovare un esempio....uffaaaaaaa
cmq era questa, solo che quest'immagine fa cagare
http://socialdesignzine.aiap.it/sdz/images/fenicio.jpg
minkia non riesco a trovare un esempio....uffaaaaaaa
cmq era questa, solo che quest'immagine fa cagare
http://socialdesignzine.aiap.it/sdz/images/fenicio.jpg
Re: no fascism
livializ ha scritto:Io continuo a sbudellarmi quando vedo l'avatar del Parukka cmq....Sembra sai quelle statuine fenicie...Coi riccioli...
minkia non riesco a trovare un esempio....uffaaaaaaa
cmq era questa, solo che quest'immagine fa cagare
http://socialdesignzine.aiap.it/sdz/images/fenicio.jpg
Io pensavo fosse una di quelle statuette fenicie
Re: no fascism
a questo punto vogliamo la foto in dimensioni decenti ...
ashlar- Numero di messaggi : 174
Età : 45
Data d'iscrizione : 27.03.08
Re: no fascism
che c'è da dire?
A.C.A.B.?
Qui siamo allo sbando, ma ormai già lo si sa.
Che ci aspettiamo da uno stato che ci ha regalato (usando parole di Amnesty International) la "più grande violazione dei diritti umani mell'area UE dalla fine della II guerra mondiale" e ne ha assolto tutti i responsabili?
Non solo assolti, ma qualcuno, tipo il caro De Gennaro, nel 2001 questore a Genova (si... dava lui gli ordini, si... ha dato lui l'pordine di entrare alla scuola Diaz e fare piazza pulita, si... c'è lui dietro a Bolzaneto) è pure diventato (sotto un governo che ha avuto la faccia come il culo di utilizzare il termine "sinistra") un pezzo grosso della Polizia (nonchè Commissario Straordinario a Napoli per i rifiuti).
A.C.A.B.?
Qui siamo allo sbando, ma ormai già lo si sa.
Che ci aspettiamo da uno stato che ci ha regalato (usando parole di Amnesty International) la "più grande violazione dei diritti umani mell'area UE dalla fine della II guerra mondiale" e ne ha assolto tutti i responsabili?
Non solo assolti, ma qualcuno, tipo il caro De Gennaro, nel 2001 questore a Genova (si... dava lui gli ordini, si... ha dato lui l'pordine di entrare alla scuola Diaz e fare piazza pulita, si... c'è lui dietro a Bolzaneto) è pure diventato (sotto un governo che ha avuto la faccia come il culo di utilizzare il termine "sinistra") un pezzo grosso della Polizia (nonchè Commissario Straordinario a Napoli per i rifiuti).
Re: no fascism
FOGGIA:TRATTATO SUI POSTUMI DI UNA SBORNIA
’episodio: domenica notte, in viale XXIV Maggio, un ragazzo vaga senza una meta
precisa. Ha bevuto, e questi sono affari suoi. Ma non è molesto, non disturba la pubblica quiete, non schiamazza. Ha in tasca qualche pennarello, forse anche una bomboletta spray. Ma non arreca fastidio al sonno del giusto che si gode la città. Una tranquilla città del sud, dove solo nell’ultima settimana la “Mala” ha fatto un morto e quattro feriti in tre diversi agguati. Il ragazzo ha i riflessi lenti. I due agenti della pattuglia lo individuano. Sono due felini, loro, agili e scattanti come in un film western. In pochi attimi sono addosso al protagonista della nostra storia. Una mano dietro la schiena, la faccia sul cofano della volante, la concitazione sedata con qualche colpo ben assestato, accompagnato da qualche epiteto gentile. In qualche secondo il giovane ha smesso di passeggiare baldanzoso, i tutori hanno vinto ancora, l’ordine è ripristinato. Segue l’accompagnamento in caserma. Il trofeo viene fatto accomodare e denudare. Non gli trovano nulla. Ma il gioco deve sempre valere la candela. E allora sono botte. Nei fianchi, sul torace, in faccia. Botte all’ubriaco, come passatempo per bilanciare una merdosa nottata di corvè. Gli altri carabinieri in servizio si uniscono alla pratica sportiva. È spassosa. E permette al tempo di passare velocemente, come un gioco da tavolo. Il ragazzo sbraita, incassa ma non ci sta. Chiama casa. Il padre arriva in un amen. Gli sbirri tornano galanti e servili, come in un servizio del tg1. Gente d’onore, in giro a rischiare il culo per noialtri perdigiorno. Gente tenace, che fa del suo meglio nonostante le paghe da fame, come dice Veltruskoni. Negano ogni addebito: il ragazzo è semplicemente agitato e se vuole fumarsi una bella sigaretta, loro sono disponibili anche a sorvolare sul divieto vigente nella caserma. Suo figlio ha precedenti, dice uno. E per dimostrare coi fatti la propria buona fede, straccia il verbale redatto. Il padre del ragazzo non abbocca: Siete stati poco furbi ad avergli lasciato tutti quei segni addosso. Il resto è storia d’avvocatura. Stop.
Immaginiamo le voci dei passanti: Non montate un caso dal nulla, adesso. Non buttatela sempre in politica.
Il ragazzo era ubriaco…
E dunque? Dunque i due agenti della volante notturna avevano il sacrosanto dovere di sostituirsi alla patria podestà dei bei tempi e gonfiarlo di botte per riportarlo sulla retta via?
Vi rispondiamo pacatamente: evitate di romperci l’anima con questi sermoni. Che abbiamo la nausea di questi sceriffi pompati ad onore ed eroismo televisivo che sfogano la loro repressione in una scarica d’adrenalina sul primo cristo che gli capita a tiro. Nauseati dal lercio esercizio dell’abuso come unica affermazione di un potere effimero. Nauseati persino dal dover riferire con enfasi ciò che agli occhi di molti è pura prassi senza scalpore: un ragazzo ghanese ha denunciato i vigili parmensi per averlo pestato senza un perché. Quel che emerge e fa spettacolo, quel che affiora. Il resto è sepolto, come scorie tossiche. Ma tanto dovevamo, per coscienza e conoscenza: questo è successo a Foggia domenica notte. A 24 ore dall’ultimo delitto di mala. A 24 ore dall’appello delle forze di polizia: contro la mafia non bastiamo, ci vuole una rivolta morale della cittadinanza. Per l’appunto.
Laboratorio Politico Jacob
’episodio: domenica notte, in viale XXIV Maggio, un ragazzo vaga senza una meta
precisa. Ha bevuto, e questi sono affari suoi. Ma non è molesto, non disturba la pubblica quiete, non schiamazza. Ha in tasca qualche pennarello, forse anche una bomboletta spray. Ma non arreca fastidio al sonno del giusto che si gode la città. Una tranquilla città del sud, dove solo nell’ultima settimana la “Mala” ha fatto un morto e quattro feriti in tre diversi agguati. Il ragazzo ha i riflessi lenti. I due agenti della pattuglia lo individuano. Sono due felini, loro, agili e scattanti come in un film western. In pochi attimi sono addosso al protagonista della nostra storia. Una mano dietro la schiena, la faccia sul cofano della volante, la concitazione sedata con qualche colpo ben assestato, accompagnato da qualche epiteto gentile. In qualche secondo il giovane ha smesso di passeggiare baldanzoso, i tutori hanno vinto ancora, l’ordine è ripristinato. Segue l’accompagnamento in caserma. Il trofeo viene fatto accomodare e denudare. Non gli trovano nulla. Ma il gioco deve sempre valere la candela. E allora sono botte. Nei fianchi, sul torace, in faccia. Botte all’ubriaco, come passatempo per bilanciare una merdosa nottata di corvè. Gli altri carabinieri in servizio si uniscono alla pratica sportiva. È spassosa. E permette al tempo di passare velocemente, come un gioco da tavolo. Il ragazzo sbraita, incassa ma non ci sta. Chiama casa. Il padre arriva in un amen. Gli sbirri tornano galanti e servili, come in un servizio del tg1. Gente d’onore, in giro a rischiare il culo per noialtri perdigiorno. Gente tenace, che fa del suo meglio nonostante le paghe da fame, come dice Veltruskoni. Negano ogni addebito: il ragazzo è semplicemente agitato e se vuole fumarsi una bella sigaretta, loro sono disponibili anche a sorvolare sul divieto vigente nella caserma. Suo figlio ha precedenti, dice uno. E per dimostrare coi fatti la propria buona fede, straccia il verbale redatto. Il padre del ragazzo non abbocca: Siete stati poco furbi ad avergli lasciato tutti quei segni addosso. Il resto è storia d’avvocatura. Stop.
Immaginiamo le voci dei passanti: Non montate un caso dal nulla, adesso. Non buttatela sempre in politica.
Il ragazzo era ubriaco…
E dunque? Dunque i due agenti della volante notturna avevano il sacrosanto dovere di sostituirsi alla patria podestà dei bei tempi e gonfiarlo di botte per riportarlo sulla retta via?
Vi rispondiamo pacatamente: evitate di romperci l’anima con questi sermoni. Che abbiamo la nausea di questi sceriffi pompati ad onore ed eroismo televisivo che sfogano la loro repressione in una scarica d’adrenalina sul primo cristo che gli capita a tiro. Nauseati dal lercio esercizio dell’abuso come unica affermazione di un potere effimero. Nauseati persino dal dover riferire con enfasi ciò che agli occhi di molti è pura prassi senza scalpore: un ragazzo ghanese ha denunciato i vigili parmensi per averlo pestato senza un perché. Quel che emerge e fa spettacolo, quel che affiora. Il resto è sepolto, come scorie tossiche. Ma tanto dovevamo, per coscienza e conoscenza: questo è successo a Foggia domenica notte. A 24 ore dall’ultimo delitto di mala. A 24 ore dall’appello delle forze di polizia: contro la mafia non bastiamo, ci vuole una rivolta morale della cittadinanza. Per l’appunto.
Laboratorio Politico Jacob
Re: no fascism
FERMIAMO LA VIOLENZA FASCISTA.
SUBITO
Sabato notte, a Rovereto, un gruppo di fascisti ha prima insultato e minacciato, poi picchiato un ragazzo semplicemente perché di sinistra.
I fascisti – tra cui un candidato e un responsabile di Fiamma Tricolore – avevano partecipato, il pomeriggio, al corteo del “popolo delle libertà” “contro la corruzione” e per le dimissioni del presidente della Provincia Dellai.
L’episodio è estremamente grave. Nell’esprimere la nostra solidarietà al ragazzo picchiato, vogliamo sottolineare che simili aggressioni potrebbero colpire, se non fermate con fermezza, chiunque abbia anche solo un aspetto alternativo, come purtroppo sta accadendo in varie parti d’Italia. Le aggressioni squadriste sono ormai settimanali. La cronaca è uno stillicidio di pestaggi, accoltellamenti, attacchi incendiari, fino all’omicidio di un ragazzo a Verona. Il bombardamento mediatico sull’“allarme sicurezza” e le leggi apertamente razziste sono un terreno estremamente favorevole per la violenza fascista. Quest’ultima viene giustificata non solo da una rete di alleanze istituzionali (la Fiamma Tricolore in Trentino, ad esempio, è nella coalizione che sostiene il leghista Divina), ma riflette un clima che tutti i partiti – dal centrodestra al centrosinistra – hanno contribuito a creare (lager per immigrati, pacchetti sicurezza, bombardamenti umanitari, ecc.).
Non vale neanche la pena, ormai, criticare l’antifascismo istituzionale e democratico: è semplicemente scomparso.
Abbiamo sonoramente contestato, sabato pomeriggio, il corteo della destra. Il senso della nostra opposizione in piazza era ben riassunto dallo striscione “Né Dellai Né Divina. Il potere corrompe sempre”. Lo scandalo emerso in seguito alla recente inchiesta giudiziaria sugli appalti truccati nasconde il fatto inconfessabile che la corruzione è la normalità del capitalismo (e che non sarà certo la magistratura a risolvere il problema). Quella di sabato ci sembrava un’importante occasione non soltanto per calare le nostre idee antielettorali nel contesto dei progetti di potere locali, ma anche per non lasciare alla destra la possibilità di cavalcare il malcontento in chiave reazionaria. Ovviamente eravamo in piazza anche per non lasciare sgombro il campo ai fascisti di Fiamma Tricolore, ma ridurre il nostro discorso all’antifascismo sarebbe stato un errore. Ci ha piacevolmente sorpreso la risposta della città. Non solo il corteo dei razzisti era sparuto e osservato con indifferenza, ma i nostri interventi al megafono hanno raccolto attenzione e simpatia, con diverse persone – tra cui alcuni immigrati – che si sono unite a noi. In piazza abbiamo ribadito più volte che le parate di Fugatti, De Eccher e camerati sono la giustificazione diurna delle violenze notturne. Purtroppo la conferma è giunta la sera stessa.
Di fronte al pericolo che anche in Trentino i fascisti comincino ad organizzarsi, si può forse affermare – come nel comunicato del centro sociale Bruno – che l’unica risposta efficace è “un’offensiva culturale”? Non saremo certo noi a negare l’importanza dell’approfondimento culturale (dipende quale, ovviamente). Ma di fronte a quello che sta accadendo in tutta Italia, non basta di certo. Primo Levi lo abbiamo letto tutti a scuola. Eppure i campi di concentramento esistono ancora.
Alla violenza squadrista bisogna opporre anche la violenza autorganizzata. Prima che sia troppo tardi.
L’indicazione dell’autodifesa ci sembra una base minima quanto necessaria.
anarchici roveretani
SUBITO
Sabato notte, a Rovereto, un gruppo di fascisti ha prima insultato e minacciato, poi picchiato un ragazzo semplicemente perché di sinistra.
I fascisti – tra cui un candidato e un responsabile di Fiamma Tricolore – avevano partecipato, il pomeriggio, al corteo del “popolo delle libertà” “contro la corruzione” e per le dimissioni del presidente della Provincia Dellai.
L’episodio è estremamente grave. Nell’esprimere la nostra solidarietà al ragazzo picchiato, vogliamo sottolineare che simili aggressioni potrebbero colpire, se non fermate con fermezza, chiunque abbia anche solo un aspetto alternativo, come purtroppo sta accadendo in varie parti d’Italia. Le aggressioni squadriste sono ormai settimanali. La cronaca è uno stillicidio di pestaggi, accoltellamenti, attacchi incendiari, fino all’omicidio di un ragazzo a Verona. Il bombardamento mediatico sull’“allarme sicurezza” e le leggi apertamente razziste sono un terreno estremamente favorevole per la violenza fascista. Quest’ultima viene giustificata non solo da una rete di alleanze istituzionali (la Fiamma Tricolore in Trentino, ad esempio, è nella coalizione che sostiene il leghista Divina), ma riflette un clima che tutti i partiti – dal centrodestra al centrosinistra – hanno contribuito a creare (lager per immigrati, pacchetti sicurezza, bombardamenti umanitari, ecc.).
Non vale neanche la pena, ormai, criticare l’antifascismo istituzionale e democratico: è semplicemente scomparso.
Abbiamo sonoramente contestato, sabato pomeriggio, il corteo della destra. Il senso della nostra opposizione in piazza era ben riassunto dallo striscione “Né Dellai Né Divina. Il potere corrompe sempre”. Lo scandalo emerso in seguito alla recente inchiesta giudiziaria sugli appalti truccati nasconde il fatto inconfessabile che la corruzione è la normalità del capitalismo (e che non sarà certo la magistratura a risolvere il problema). Quella di sabato ci sembrava un’importante occasione non soltanto per calare le nostre idee antielettorali nel contesto dei progetti di potere locali, ma anche per non lasciare alla destra la possibilità di cavalcare il malcontento in chiave reazionaria. Ovviamente eravamo in piazza anche per non lasciare sgombro il campo ai fascisti di Fiamma Tricolore, ma ridurre il nostro discorso all’antifascismo sarebbe stato un errore. Ci ha piacevolmente sorpreso la risposta della città. Non solo il corteo dei razzisti era sparuto e osservato con indifferenza, ma i nostri interventi al megafono hanno raccolto attenzione e simpatia, con diverse persone – tra cui alcuni immigrati – che si sono unite a noi. In piazza abbiamo ribadito più volte che le parate di Fugatti, De Eccher e camerati sono la giustificazione diurna delle violenze notturne. Purtroppo la conferma è giunta la sera stessa.
Di fronte al pericolo che anche in Trentino i fascisti comincino ad organizzarsi, si può forse affermare – come nel comunicato del centro sociale Bruno – che l’unica risposta efficace è “un’offensiva culturale”? Non saremo certo noi a negare l’importanza dell’approfondimento culturale (dipende quale, ovviamente). Ma di fronte a quello che sta accadendo in tutta Italia, non basta di certo. Primo Levi lo abbiamo letto tutti a scuola. Eppure i campi di concentramento esistono ancora.
Alla violenza squadrista bisogna opporre anche la violenza autorganizzata. Prima che sia troppo tardi.
L’indicazione dell’autodifesa ci sembra una base minima quanto necessaria.
anarchici roveretani
Re: no fascism
MESSICO:SCONTRI E ARRESTI ALLA MANIFESTAZIONE SUL 1968
Città del Messico - Diversi arresti ed oltre una decina di poliziotti feriti è il saldo della manifestazione che si è svolta a Città del Messico per ricordare il massacro di Tlatelolco (2 ottobre 1968). Gli incidenti si sono verificati quando stava per concludersi la manifestazione e sono stati causati da "un piccolo gruppo di persone che sono venute con il solo fine di provocare e di danneggiare tutto ciò che era alla loro portata".
Quando la polizia messicana ha cercato di fermare i compagni che stavano scrivendo con gli spray sono iniziati gli scontri.
Diversi studenti, tutti vestiti di nero, hanno distrutto le vetrina di un fast food mentre davano fuoco alle bombolette spray per non far avvicinare coloro che cercavano di fermare il vandalismo. In seguito hanno distrutto le vetrine di un negozio della catena "Seven Eleven", cercando di sottrarre la merce e di lanciarla all'esterno.
Colpiti anche ristoranti e banche, con bastoni e petardi.
Molti agenti di polizia hanno ricevuto sputi in faccia, colpi, scritte con gli spray e calci.
Il quotidiano messicano "El Universal" informa che ancora oggi, 3 ottobre, ci sono 24 detenuti per gli scontri di ieri. Si trovano nell'agenzia 50 del Ministerio Publico, all'esterno un presidio in loro solidarietà.
Immagini degli scontri sul sito: eluniversal. com. mx
Città del Messico - Diversi arresti ed oltre una decina di poliziotti feriti è il saldo della manifestazione che si è svolta a Città del Messico per ricordare il massacro di Tlatelolco (2 ottobre 1968). Gli incidenti si sono verificati quando stava per concludersi la manifestazione e sono stati causati da "un piccolo gruppo di persone che sono venute con il solo fine di provocare e di danneggiare tutto ciò che era alla loro portata".
Quando la polizia messicana ha cercato di fermare i compagni che stavano scrivendo con gli spray sono iniziati gli scontri.
Diversi studenti, tutti vestiti di nero, hanno distrutto le vetrina di un fast food mentre davano fuoco alle bombolette spray per non far avvicinare coloro che cercavano di fermare il vandalismo. In seguito hanno distrutto le vetrine di un negozio della catena "Seven Eleven", cercando di sottrarre la merce e di lanciarla all'esterno.
Colpiti anche ristoranti e banche, con bastoni e petardi.
Molti agenti di polizia hanno ricevuto sputi in faccia, colpi, scritte con gli spray e calci.
Il quotidiano messicano "El Universal" informa che ancora oggi, 3 ottobre, ci sono 24 detenuti per gli scontri di ieri. Si trovano nell'agenzia 50 del Ministerio Publico, all'esterno un presidio in loro solidarietà.
Immagini degli scontri sul sito: eluniversal. com. mx
Re: no fascism
BOLOGNA
Questa notte in zona universitaria
Flash / Multata per "guida in stato di ebrezza". In bicicletta.
Una ragazza percorreva i portici di via Zamboni in bici, quando la Polizia municipale l'ha fermata (per un'ora e mezza) e multata.
3 ottobre 2008
Un'ora e mezza di fermo nel "box office" della Polizia municipale di piazza Verdi, e anche la multa. Tutto questo per "guida in stato di ebrezza", contestata questa notte ad una ragazza che percorreva in bicicletta i portici di via Zamboni. L'episodio si è verificato tra le 22 e le 24 della notte tra venerdì e sabato. La ragazza è stata fermata dai vigili urbani perchè era in sella alla sua bici sotto i portici. Con l'occasione, gli agenti hanno pensato di procedere all'alcol test. Di fronte al suo rifiuto, la ragazza è stata condotta all'ufficio della Municipale che si trova in piazza Verdi. Dopo circa un'ora e mezza è stata rilasciata, ma a suo carico c'è ora una sanzione di 36 euro per guida in stato di ebrezza.
===
http://www. zic. it/zic/articles/art_3114. html
Acabnews
Rettifica / Multata per "guida in stato di ebrezza".
In bicicletta
La ragazza fermata questa notte in via Zamboni dalla Polizia municipale è stata multata (36 euro) perchè percorreva i portici in bicicletta, e in seguito denunciata per essersi rifiutata di sottoporsi all'alcol test.
4 ottobre 2008
Questa notte in zona universitaria
Flash / Multata per "guida in stato di ebrezza". In bicicletta.
Una ragazza percorreva i portici di via Zamboni in bici, quando la Polizia municipale l'ha fermata (per un'ora e mezza) e multata.
3 ottobre 2008
Un'ora e mezza di fermo nel "box office" della Polizia municipale di piazza Verdi, e anche la multa. Tutto questo per "guida in stato di ebrezza", contestata questa notte ad una ragazza che percorreva in bicicletta i portici di via Zamboni. L'episodio si è verificato tra le 22 e le 24 della notte tra venerdì e sabato. La ragazza è stata fermata dai vigili urbani perchè era in sella alla sua bici sotto i portici. Con l'occasione, gli agenti hanno pensato di procedere all'alcol test. Di fronte al suo rifiuto, la ragazza è stata condotta all'ufficio della Municipale che si trova in piazza Verdi. Dopo circa un'ora e mezza è stata rilasciata, ma a suo carico c'è ora una sanzione di 36 euro per guida in stato di ebrezza.
===
http://www. zic. it/zic/articles/art_3114. html
Acabnews
Rettifica / Multata per "guida in stato di ebrezza".
In bicicletta
La ragazza fermata questa notte in via Zamboni dalla Polizia municipale è stata multata (36 euro) perchè percorreva i portici in bicicletta, e in seguito denunciata per essersi rifiutata di sottoporsi all'alcol test.
4 ottobre 2008
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